Street Photography al Caffè '900

Street Photography al Caffè ‘900

Come di consueto anche questo anno presso il Caffè 900, in Corso Mazzini 69/a, a Faenza alle ore
18 di giovedì 6 dicembre 2018, si terrà l’esposizione di una selezione di opere fotografiche realizzate
dagli studenti dell’Indirizzo Artistico per il Design del Liceo Torricelli Ballardini di Faenza. La
mostra, dal titolo Street Photography, argomento del corso che si è tenuto nell’anno scolastico
2017/2018 a cura della Prof. Roberta Palla, propone sia un video che una serie di stampe fotografiche
che saranno allestite nei sotterranei che il Caffè 900 gentilmente mette a disposizione.
Tra tutti i generi la “fotografia di strada”, o Street Photography, diffusosi nei primi del ‘900, grazie
all’avvento delle prime macchine portatili, è maggiormente in grado di mettere in mostra la sensibilità
del fotografo, che deve essere in grado di riuscire a cogliere la realtà in maniera estemporanea
e rapida, riuscendo a rappresentare in maniera naturale – come se la fotocamera fosse una
estensione dei propri sensi – ciò che il mondo esterno ci sta offrendo in quel preciso istante. La
Street Photography è quindi una fotografia immediata, un attimo rubato, la rappresentazione di
una realtà “così com’è” o come il fotografo vuole che sia.
Nell’epoca della comunicazione istantanea, dei social network, degli smartphone, si assiste a una
produzione sempre più massiva di immagini che riempiono e intasano la memoria dei computer o
dei cellulari; fotografie destinate a svanire con un click, per lasciare spazio a immagini più recenti
e poi ancora più recenti.
C’è nelle giovani generazioni un’inconsapevolezza sull’utilizzo che viene fatto delle proprie fotografie.
Lo stesso atto del fotografare è oggi un gesto inconsapevole, una delle azioni della quotidianità.
Ciò che manca, non è la tecnica, quanto un background culturale che faccia della fotografia
un sentimento, un valore, una necessità. Ogni buona fotografia per quanto realizzata in una
frazione di secondo e con una macchina compatta, richiede che tra il fotografo e la realtà fotografata
si crei una sorta di legame misterioso, una relazione che non accade per caso, ma va cercata
con pazienza, tenacia e passione, con un atteggiamento di attenta dedizione dello sguardo e della
mente.
Lo scopo del laboratorio è nato dall’esigenza di riflettere sul significato più autentico di un’immagine,
con l’obiettivo di far comprendere agli allievi come il linguaggio fotografico può diventare
un potente mezzo di espressione, superando l’idea della fotografia come passatempo e intraprendere
un rapporto più strutturato e profondo con le immagini.
Roberta Palla e Maria Chiara Zarabini

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