Chi ha paura della cogestione?

Chi ha paura della cogestione?

Il giorno 18 marzo si svolgeranno presso il nostro Liceo le attività in cogestione, come ormai da vari anni è consuetudine. Tali attività, a carattere culturale, sono proposte e organizzate dagli studenti, e sono attuate con la partecipazione di docenti e di esperti esterni. Rivolgo agli studenti e ai numerosi professori coinvolti l’augurio di un pieno successo, considerato che si creerà una situazione di incertezza, da gestire con ogni possibile precauzione.
La cogestione è vera e propria attività scolastica: a pieno titolo e a tutti gli effetti. In primo luogo, infatti, essa mette in opera le capacità organizzative, che nel mondo di oggi sono assai importanti, come è noto; gli studenti dovranno spendere queste capacità in un contesto reale, non meramente simulato. Si tratta di fronteggiare ‒ e di gestire ‒ la complessità, in condizioni che non saranno mai interamente lineari né del tutto prevedibili. La cogestione, insomma, pone a contatto gli studenti con il mondo di oggi in quanto esso ha di più caratterizzante. Inoltre, la predisposizione delle molteplici attività mette in moto competenze di carattere relazionale e comunicativo. In particolare, si richiede agli studenti una lunga serie di passaggi impegnativi, quali assumere responsabilità, prendere contatto con soggetti esterni, formulare inviti, fissare date e orari, accogliere ospiti, garantire lo svolgimento ordinato degli incontri, stimolare e disciplinare la partecipazione degli studenti.
Potrei altresì sottolineare la valenza culturale delle iniziative proposte. Alcune di esse sono di stretta attinenza alle materie di insegnamento. Insisto, però, su un altro aspetto, che mi sembra decisivo. La cogestione può far apprendere agli studenti, in maniera fattiva e non solamente teorica, il confronto con idee o esperienze diverse dalle proprie; in altri termini, si può imparare l’interesse e il rispetto per l’altro e per gli altri. Tutto questo ‒ permettete ‒ non è poco, in una scuola che prevede per il suo esame conclusivo un percorso di studio denominato ‘Cittadinanza e Costituzione’. Sempre che non ci accontentiamo di riproporre la distinzione tra potere legislativo, potere esecutivo e potere giudiziario, o qualcosa di simile.
A conti fatti, dunque, la cogestione non appare come un’attività marginale rispetto a quelle canoniche. Essa può offrire anche ai docenti numerosi spunti per un rinnovamento della didattica ordinaria. Per fare un esempio, si potrebbe chiedere agli studenti che parteciperanno al previsto ‘dibattito filosofico’ che cosa essi chiedono all’insegnamento della Filosofia. O magari, più in generale, ci potremmo domandare: la lingua italiana che noi insegniamo rende gli studenti capaci di esprimersi in modo chiaro e corretto in situazioni diverse da quelle scolastiche in senso tradizionale?
Questo è quanto volevo dire ‘in difesa’ della cogestione. Non nascondo neppure un mio personale orientamento politico, secondo cui la cogestione (i tedeschi dicono Mitbestimmung) potrebbe essere un paradigma da proporre per l’economia e la società nel suo complesso. Ma perché occorre una ‘difesa’? Perché da parte di qualcuno ‒ in particolare tra i docenti ‒ vengono sollevate obiezioni e perplessità in merito a questa iniziativa; altri si mostrano ‘tiepidi’, e magari fanno buon viso a cattivo gioco. Poiché le obiezioni ‒ non importa se condivisibili oppure no ‒ non sono certo prive di qualche loro ragione, è questo il momento giusto per un confronto tra i diversi orientamenti, che forse discendono da modi diversi di intendere la scuola. Quale scuola immaginiamo? Qual è il modello che vogliamo adottare? Forse dovremmo decidere tra una scuola che presenti al suo interno la varietà e la ricchezza della società e quella ordinata (almeno in apparenza) come una caserma dell’impero austro-ungarico.
Allora, chiedo a chi ha argomenti a favore, ma soprattutto contro la cogestione di scendere in campo e di far conoscere, in questa medesima sede istituzionale, le sue ragioni. Tutti potremmo trarne profitto.

Luigi Neri

 

Questo spazio intende essere la sede per un libero confronto tra idee e opinioni, anche tra loro contrastanti. In questo caso ben venga il conflitto. Il forum è aperto a tutti. Anche esterni potranno intervenire nei dibattiti e presentare le loro considerazioni. Gli organi istituzionali della scuola potranno adottare, tra breve, un regolamento per l’accesso al forum e istituire un comitato di gestione.